Siamo partiti da due premesse semplici:
ridurre al minimo l’incidenza dei costi relativi ai servizi pubblici – dei quali il servizio idrico è parte – considerato il drammatico scenario socio-economico massarosese;
ribadire che l’acqua è “un diritto umano universale e fondamentale” (Risoluzione ONU, 28 luglio 2010), ovvero un patrimonio pubblico e vitale da proteggere e rendere accessibile a tutti, mai accostabile al concetto di “merce”. E a tal proposito il Piano Ambientale ed Energetico Regionale toscano sostiene che “la priorità attribuita dalla legge all’uso idropotabile è funzionale anche a contenere i costi che i cittadini sopportano per il servizio idrico integrato: l’acqua ad uso potabile, a differenza di altri usi, non può essere considerata una “merce”, ma, al contrario, ne deve essere garantito l’accesso universale e al minor costo possibile”.
La Regione Toscana ha la possibilità di stanziare risorse al fine di ottenere effetti calmieranti sulla tariffa del servizio e la Giunta Regionale può promuovere azioni volte ad assicurare sostegno finanziario alle società di gestione del servizio idrico integrato operanti in Toscana (Art 25 della Legge Regionale n. 69/2011, commi 1 e 2). Per contro in conformità alla normativa europea la tariffa del servizio idrico deve consentire il recupero integrale dei costi di esercizio e di investimento, compresi i costi finanziari. In breve se GAIA s.p.a spreca, paghiamo noi, se GAIA s.p.a spende, paghiamo noi e spesso i cittadini questo non lo sanno.
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